Scala Coeli

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Scala Coeli
comune
Scala Coeli – Stemma
Scala Coeli – Bandiera
Scala Coeli – Veduta
Scala Coeli – Veduta
L'abitato di Scala Coeli visto dalla ex-Strada Statale 108ter
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Calabria
Provincia Cosenza
Amministrazione
SindacoGiovanni Matalone (lista civica Un futuro migliore) dal 4-10-2021
Territorio
Coordinate39°27′N 16°53′E / 39.45°N 16.883333°E39.45; 16.883333 (Scala Coeli)
Altitudine370 m s.l.m.
Superficie67,5 km²
Abitanti821[1] (31-3-2022)
Densità12,16 ab./km²
FrazioniSan Morello
Comuni confinantiCampana, Cariati, Crucoli (KR), Mandatoriccio, Terravecchia, Umbriatico (KR)
Altre informazioni
Cod. postale87060
Prefisso0983
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT078137
Cod. catastaleI485
TargaCS
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Nome abitantiscalesi
Patronosant'Antonio da Padova
Giorno festivo13 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Scala Coeli
Scala Coeli
Scala Coeli – Mappa
Scala Coeli – Mappa
Posizione del comune di Scala Coeli all'interno della provincia di Cosenza
Sito istituzionale

Scala Coeli (Σκάλα Κοίλη, Skàla Coèle in greco bizantino ossia "scala concava") è un comune italiano di 821 abitanti[1] della provincia di Cosenza in Calabria.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

L'abitato di Scala Coeli è collocato a 370 metri di altitudine sulle ultime propaggini della Sila Greca, su una rupe posta alla sinistra della valle incisa dal fiume Nica'. Il territorio comprende anche una porzione del litorale ionico (Basso Ionio Cosentino), nel tratto compreso tra i comuni di Mandatoriccio a nord e di Cariati a sud.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante il nome originario fosse Scala coeli, nel corso dei secoli il genitivo coeli fu per lungo tempo omesso. Come testimoniato da Vincenzo Padula, la denominazione attuale fu rirpristinata solo nel corso dell'Ottocento.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Se alcuni storici fanno risalire l'origine di Scala Coeli all'età del ferro, altri studiosi ne attribuiscono la fondazione a Filottete durante il suo esilio da Troia.[3]

Inserita nella Decima Circoscrizione dei domini bizantini, Scala Coeli fu dotata di costruzioni atte alla difesa dagli attacchi saraceni.[3] A questo periodo risale la costruzione dei palazzi Vizza e Maiorano (con quest'ultimo tuttora soprannominato "Castello").[3]

Con il passaggio alla dominazione dei normanni, nel 1250 Scala Coeli e i casali Motta e San Maurello vennero aggregati alla Contea di Cariati, seguendone le vicende feudali per secoli.[3]

Già all’inizio del Trecento è documentata nella “Terra Scalae”, diocesi di Rossano, la presenza di un folto gruppo di religiosi. Nelle cedole per la Santa Sede del 1325 compaiono i “dompni” Falconus de Campana, Falconus, Ioah.es Funarius, Nicolaus Schettinus, Petrus Fusillus, Ioh.es de Marco e Adam S.ti Maurelli[4].

La creazione della Diocesi di Cariati del 1437 rappresentò un periodo particolarmente florido sotto il profilo religioso-amministrativo, con la presenza, a Scala Coeli, di ben sette chiese e un convento francescano e, intorno alla metà del secolo, di una residenza estiva per seminaristi.[3] Tra il XV e il XVI secolo è attestata anche la presenza di una piccola chiesa basiliana, di cui però si persero completamente le tracce nei secoli successivi.[3] Nello stesso periodo si registrò anche la presenza di un convento carmelitano, dedicato alla Santissima Trinità e aggregato al Santuario della Beata Vergine del Carmelo.

Nel 1678 il borgo passò ai Coscinelli, che vi esercitarono i loro diritti feduali fino al 1754, quando passò per successione femminile ai Vitilio.[3] Nel 1768 fu infine acquistato dai Parisano Bonanno, baroni di Scala Coeli fino al 1806, anno dell'abolizione del feudalesimo.[3]

Un decreto di riorganizzazione amministrativa datato 4 maggio 1811, sancì l'aggregazione di San Morello a Scala Coeli, che tuttavia rimase sotto la giurisdizione di Cariati.[3]

Nell'Ottocento, Padula descrive Scala Coeli come un "colle murato…, cinto da rupi e grotte", nel quale si entrava attraverso quattro porte aperte all'alba e chiuse al tramonto: "Portavavuza", "Portafischìa", "Portapiano" e "Portello" (quest'ultimo detto anche "Portello della Timparella").[3]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Palazzo Maiorano, noto con l'appellativo di Castello, situato nei pressi della Chiesa di Santa Maria Assunta[5]

Altro[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[7]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Sul sito del Ministero dell'Interno sono disponibili i dati di tutte le elezioni amministrative di Scala Coeli dal 1988.[8]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
20 luglio 1988 6 giugno 1993 Enrico Antonio Iemboli Democrazia Cristiana sindaco
6 giugno 1993 27 aprile 1997 Lelio Capalbo Partito Democratico della Sinistra sindaco
27 aprile 1997 13 maggio 2001 Lelio Capalbo lista civica sindaco
13 maggio 2001 29 maggio 2006 Sinibaldo Iemboli lista civica di centro-sinistra sindaco
29 maggio 2006 16 maggio 2011 Mario Salvato lista civica di centro-sinistra sindaco
16 maggio 2011 19 giugno 2015 Mario Salvato lista civica Scala Coeli nel cuore sindaco [9]
19 giugno 2015 5 giugno 2016 Domenico Giordano commissario straordinario
5 giugno 2016 in carica Giovanni Matalone lista civica Il cambiamento per un futuro migliore sindaco

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ a b c d e f g h i j k Storia - Comune di Scala Coeli, su comune.scalacoeli.cs.it. URL consultato l'8 agosto 2020.
  4. ^ Andrea Pesavento, Alcuni aspetti della Terra di Scala al tempo del Viceregno, su Archivio Storico Crotone, 20 marzo 2018. URL consultato il 6 aprile 2024.
  5. ^ a b c d Francesco Stuppello, Scala Coeli: cosa vedere e fare, dove andare, idee di viaggio, su www.calabriaportal.com. URL consultato il 21 giugno 2022.
  6. ^ Veronica Gradilone, Scala Coeli: Il patrono Sant’Antonio di Padova rivive in un quadro del 18esimo secolo, su EcoDelloJonio.it, 20 giugno 2022. URL consultato il 21 giugno 2022.
  7. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  8. ^ Storia amministrativa dell'ente, su amministratori.interno.it, Ministero dell'Interno. URL consultato il 30 maggio 2017.
  9. ^ Dissoluzione della giunta a causa della mancata approvazione del bilancio comunale.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Enrico Iemboli, Scala Coeli. Storia, costumi e tradizioni, Rossano, Ferrari Editore, 2009. ISBN 978-88-95834-45-0.
  • Raffaele Iaria, Scala Coeli. Appunti per una storia, Roma, Centro Culturale degli Artisti, 1994.
  • Raffaele Iaria, Achille Maiorano. Poeta e scrittore calabrese (1891-1977), 2021.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]